venerdì 29 giugno 2012

I fantasmi di Pripyat


Ma non sempre il collasso imprenditoriale determina l'espandersi dell'archeologia industriale. Anche disgrazie naturali o catastrofi causate dall'uomo possono contribuire alla nascita di paesaggi remoti.

26 aprile 1986: in seguito al disastro nucleare di Chernobyl, agli abitanti della più vicina città di Pripyat fu comunicato di evacuare l'area urbana a causa di "un lieve incidente" verificatosi alla centrale. Fu anche detto loro che si sarebbe trattata di una situazione temporanea e che di lì a poco i cittadini avrebbero potuto rientrare nelle proprie abitazioni. Ma al contrario di quanto garantito dalle autorità, nessuno vi fece più ritorno.

Pripyat, situata in Ucraina, a circa 110 km più a nord rispetto alla capitale Kiev, oggi è una vera e propria "città fantasma", ormai quasi completamente abbandonata. Vi sono, difatti, diverse persone che, in un modo o in un altro, sono tornate a vivere nelle loro case situate nell'area assai contaminata circostante alla centrale. Essi si cibano di ciò che la terra è ancora in grado di offrire, ignorando il rischio che comporta la costante esposizione ad un ambiente così altamente radioattivo.

Panoramica dell'odierna Pripyat

Ad ogni modo, nonostante l'elevatissimo livello di radioattività, oggi è possibile visitare la città e tutta la zona evacuata per circa un giorno, tramite visite guidate organizzate dal sito web della città. Tale possibilità ha reso Pripyat una delle mete più calcate dagli amanti del "turismo insolito", i quali, all'incontaminata bellezza di un qualche paradiso esotico, preferiscono il fascino decadente delle macerie di una città che porterà per sempre con sé i segni di uno dei più grandi incidenti nucleari della storia.

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